La parte del palazzo feudale prospiciente la piazza, cioè quella volta a Ponente, fu fatta costruire nel 1471 dal barone Giovanni de Noha, quando per bonificare il feudo, impiegò la dote della moglie Luisa Muscettola.
Nel 1794 il marchese Andrea Saraceno restaurò la residenza e la ingrandì dalla parte Orientale, ornandola di un largo cortile nel quale si accede attraverso un portone turrito.
Tale cortile, di forma quadrata, aveva all´intorno stalle, rimesse, ed abitazioni per la servitù. In fondo, al centro di questo cortile, un ingresso ampio e foggiato ad arco, comprende una grande scalinata a due rampe.
Il palazzo venne così ad avere quattro ingressi di cui due principali (a Oriente e Ponente) e due secondari (a Nord e Sud).
Furono inoltre ristrutturate due vaste terrazze, una a Settentrione e l´altra a Mezzo giorno, dalle quali si godono singolari bellezze panoramiche; fu abbelita la cappella dedicata a San Carlo e decorata con pregiati stucchi.
Le molte stanze e gallerie, ornate di vari affreschi, erano arredate con mobili antichi in noce ed intarsiati a mosaico.
Vi era inoltre una ricca pinacoteca di celevri autori tra i quali alcune tele del Giordano, del Carabaggio e del Lippi, opere trasferite a metà del secolo XIX presso Napoli.
Veduta esterna del Palazzo Marchesale
Il centro storico di Montemesola, pur con qualche differenza, contiene nel proprio seno elementi riconducibili alla casistica generale dei centri storici di altri paesi.
Strutturalmente ed urbanisticamente si discosta dai centri storici delle altre cittadine perché esso sembra essere stato preventivamente disegnato sulla carta in quanto ubbidisce a logiche urbanistiche progettuali moderne nella loro impostazione geometrica.
Il Palazzo Marchesale costituisce il nodo principale dal quale dipartono le vie principali: Viale delle Rimembranze e Via Roma da un lato, chiuse dal portone San Gennaro; Via Regina Margherita e Via Vittorio Emanuele dall´altro lato, chiuse dal portone di San Francesco.
Il disegno urbanistico di Montemesola assume la sua configurazione definitiva col Marchese Andrea Saraceno il quale facendo demolire le abitazioni più fatiscenti creò le attuali vie cittadine e piazze.
Il tipo di abitazioni ricorrenti nel centro storico di Montemesola si rifa ad un modo di abitare fondamentalmente agricolo.
Si tratta di abitazioni che si sviluppano (attualmente solo in minima parte) a piano terra con sottostante scantinato destinato a ricovero di bestiame.
Oggi questi "ricoveri" fungono da cantine in cui vengono conservati olio, vino ecc....
Gli edifici più importanti del centro storico sono: il Palazzo Marchesale, il Palazzo Fornari, la Chiesa di San Michele Arcangelo, la chiesa del SS. Rosario, la Chiesa Santa Maria della Croce, le Porte Urbiche, la Torre dell´Orologio ed il Municipio.
Riguardo alla sede municipale bisogna aggiungere che, anticamente, questa era la sede del convento dei Sacramentini, in seguito ha ospitalo la scuola elementare e, solo dopo la sistemazione di quest´ultima nell´attuale edificio "E. De Amicis", è diventata sede del Comune.
Altra veduta del centro storico di Montemesola
Su di una collina, circondata da altri piccoli monti, a 180 metri circa sul livello del mare, poggia Montemesola.
Si ritiene che il suo nome tragga origine dalla stessa posizione topografica. Il paese, infatti, si distende "poggiato" sul piano della collina in forma più o meno ellittica che a confronto con i retrostanti monti viene a configurarsi come una mensola.
Quindi "Mensulae" dal latino Montis-Mensulae significherebbe Mensola del Monte.
Col tempo poi, come è successo per tanti vocaboli di derivazione latina, il nome si è trasformato in Montemesola.
La sua posizione è veramente incantevole, perché domina in bellissimo panorama il golfo di Taranto, la vallata da Grottaglie a San Giorgio e l´estesa pianura fino a Pulsano, Leporano, Talsano.
A prima vista Montemesola sembra una fortezza, nella quale, inizialmente, si accedeva da quattro porte denominate: quella a nord San Martino; quella ad ovest San Gennaro; quella ad est San Francesco de Paola; la quarta a sud, poi abbattuta, Porticella.
Le porte urbiche sono state di recente restaurate. Le porte di San Gennaro e San Francesco recano lo stemma della casa marchesale Saraceno rappresentante la testa di un moro e le armi in bassorilievo.
Una panoramica del Comune di Montemesola
Su di una collina, circondata da altri piccoli monti, a 180 metri circa sul livello del mare, poggia Montemesola.
Si ritiene che il suo nome tragga origine dalla stessa posizione topografica. Il paese, infatti, si distende "poggiato" sul piano della collina in forma più o meno ellittica che a confronto con i retrostanti monti viene a configurarsi come una mensola.
Quindi "Mensulae" dal latino Montis-Mensulae significherebbe Mensola del Monte.
Col tempo poi, come è successo per tanti vocaboli di derivazione latina, il nome si è trasformato in Montemesola.
La sua posizione è veramente incantevole, perché domina in bellissimo panorama il golfo di Taranto, la vallata da Grottaglie a San Giorgio e l´estesa pianura fino a Pulsano, Leporano, Talsano.
A prima vista Montemesola sembra una fortezza, nella quale, inizialmente, si accedeva da quattro porte denominate: quella a nord San Martino; quella ad ovest San Gennaro; quella ad est San Francesco de Paola; la quarta a sud, poi abbattuta, Porticella.
Le porte urbiche sono state di recente restaurate. Le porte di San Gennaro e San Francesco recano lo stemma della casa marchesale Saraceno rappresentante la testa di un moro e le armi in bassorilievo.